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Vincitore della Formula Abarth nel 2012 e capace di conquistare due importanti medaglie d’argento prima nella F3 Europea (2015) e poi nella GP2 grazie all’opportunità concessa dal team Prema Racing nel 2016, quest’anno Antonio Giovinazzi ha potuto sfoderare nel Circus iridato tutto il suo talento in più di un’occasione.
Innanzitutto nell’improvvisa sostituzione di Pascal Wehrlein sulla Sauber C36, avvenuta nella gara d’esordio di Melbourne, in Australia, terminata in un sorprendente 12esimo posto… che, poi, non è riuscito a ripetere nel round successivo di Shanghai, dove ha letteralmente distrutto la monoposto elvetica a causa di una perdita aderenza all’ultima curva terminata, alla fine, contro le barriere di protezione in rettilineo.
Da lì in poi il pilota di Martina Franca ha abbassato le orecchie e si è messo in un angolino ad aspettare un’ulteriore chance arrivata, successivamente, dalla HAAS, che gli ha concesso di scendere in pista con la VF-17 in sette turni di prove libere iniziati dalle FP1 del GP di Gran Bretagna. Questo gli ha permesso di riottenere la fiducia necessaria per completare il programma di lavoro ai comandi di una monoposto di Formula 1, ancora oggi la sua più grande ambizione da esaudire, possibilmente, già dalla prossima stagione.
Con le porte del team a stelle e strisce chiuse e quelle del reparto corse elvetico destinate, con tutta probabilità, al riconfermato Marcus Ericsson, che contribuisce al sostentamento della Sauber grazie ai suoi sponsor, e al neo Campione del Mondo della Formula 2 Charles Leclerc, le sue possibilità di essere in griglia stabilmente nel 2018 sono però ridotte a un lumicino. Nonostante tutto, però Giovinazzi ha voluto ribadire che si sente più pronto che mai a sostenere un’intera stagione nel Grande Circo della Velocità.
“Dopo un grande anno in GP2 mi sentivo già pronto per il grande salto in F1… e dopo una stagione questa sensazione è ancora più forte! – ha sottolineato la stella della Ferrari Driver Academy – Sento di essere molto più forte e preparato per sostenere un intero Campionato rispetto a quanto ho fatto all’inizio del 2017: in Australia ho centrato un buon risultato, mentre in Cina è stato un disastro. Proprio quando avevo tutta l’attenzione addosso! Probabilmente là mi ero imposto degli obiettivi poco realizzabili se confrontati con le mie capacità: bisogna essere consci dei propri limiti, oltre che consapevoli che tutto arriva nel tempo opportuno”.
“Quell’esperienza mi ha aiutato a crescere molto – ha continuato Giovinazzi – Devo anche sottolineare che la mia famiglia ha fatto grandi sacrifici per permettermi di arrivare fin dove sono oggi. La F1 non è come il calcio: qua ci sono solamente venti posti al mondo e io ho sempre creduto di farcela così come ce l’hanno fatta Vettel e Hamilton. Ho sognato di seguire le orme di Schumacher e quando ho firmato per la Ferrari non potevo crederci. A dire la verità, mi sono sempre sentito uno “zingaro” ai comandi di una monoposto ma ora che vivo vicino a Maranello e sono tutti i giorni in fabbrica… mi sento a casa”.