© McLaren F1 press area
Sono giorni decisivi per McLaren e Honda, attualmente in fervente trattativa per determinare il futuro della partnership entro la fine di settembre. Le forze in movimento sono decisamente interessanti sia in caso di divorzio sia in caso di estensione del contratto che lega la squadra di Woking ai nipponici.
Sfumato il deal con Sauber, per Honda ci sarebbe un’allettante alternativa chiamata Toro Rosso, storico junior team della Red Bull che si è intervallato tra forniture Renault e Ferrari. Helmut Marko sulla questione 2018 si è dimostrato criptico ed ermetico, dovendo riflettere soprattutto sul futuro della scuderia madre. All’interno del paddock, infatti, in McLaren non sono gli unici a doversi guardare intorno mossi dall’insoddisfazione. Anche la Red Bull non gode di una situazione favorevole dall’inizio dell’era turbo, costantemente in lotta con problemi di affidabilità e, seppur contenuti, svantaggi nella potenza delle power unit Renault.
L’avvicinamento dei giapponesi alla Toro Rosso, qualora McLaren non decidesse di onorare il proprio contratto, porterebbe a un clamoroso colpo di scena sul palcoscenico di asfalto: una Red Bull-Honda nel 2019, con annesso ritorno dello sponsor TAG Heuer su una monoposto motorizzata dalla casa di Sakura. La stampa tedesca e la stampa inglese sono infatti concordi sul fatto che a Milton Keynes desiderino rompere con Renault e l’opzione Honda, data l’insistenza di Hasegawa sulla loro competitività in futuro, diventi sempre più appetitosa.
Il distacco tuttavia è davvero pesante: lo speed trap in Ungheria ha parlato chiaro con differenze importanti di velocità. Per Renault si parla di un deficit di 15-20 CV rispetto a Mercedes e Ferrari, mentre Honda ne conta ben 80. Il direttore Honda continua ad ogni modo a insistere di poter chiudere il gap grazie a importanti migliorie da apportare all’ICE.
Questo disegno, però, non considera la prospettiva della continuazione del rapporto con McLaren. Già nel 2015 Red Bull aveva contattato Honda per rompere con Renault, ma intervenne Ron Dennis in persona bloccando con una clausola di esclusività. Tutto proseguì invariato e mesi dopo Marko in un’intervista “ringraziò” Dennis per tale mossa. Il sarcasmo del mentore Red Bull nel 2017 non è più così vivo mentre si cercano opzioni, ma appunto con il consolidamento della McLaren con gli attuali motoristi lo scenario del 2015 potrebbe ripetersi.
Con McLaren e Toro Rosso Honda, Zak Brown potrebbe avvalersi della “facoltà Dennis” e rincarare la dose contro Red Bull bloccandone le trattative con i giapponesi. Questa azione si rivelerebbe redditizia e astuta se e soltanto se Honda risolvesse una volta per tutte i propri problemi e avesse accesso alla parte alta della top 10.
Se invece McLaren decidesse di divorziare, l’alternativa più vicina sarebbe Renault, il grande rifiuto di Red Bull. Si tratterebbe di uno scenario costruito dall’insoddisfazione di due team che per gli stessi motivi rinunciano al proprio motorista e se lo scambiano. Prospettive assurde ma non impossibili.