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Flavio Briatore, come sapete non è più in Formula 1 da diversi anni, ciò nonostante continua ad avere una forte amicizia con Bernie Ecclestone, ovvero l’ex boss della Formula 1 da qualche giorno.
Il manager piemontese, non ha evitato di commentare l’argomento clou di questa settimana, ovvero il passaggio di consegne tra Ecclestone e la Liberty Media. E lo fa in un’intervista per La Gazzetta dello Sport.
Ecco come ha commentato la vicenda, l’ex Team Principal di Benetton e Renault: “Reputo che questo passaggio, con l’estromissione di Ecclestone, non sia stato molto elegante. Io a Bernie sono molto legato: ha finanziato in parte l’operazione Ligier e poi Minardi, che poi ho venduto ad Alain Prost e Gabriele Rumi. Abbiamo condiviso la medesima visione della Formula 1 e Bernie ha sicuramente regalato fama e successo anche a chi non se lo meritava”.
Poi, riguardo alla situazione attuale della Formula 1, della quale ora Chase Carey & Co. si dovranno occupare, Flavio ha così dichiarato: “Il quadro della Formula 1 è desolante: la maggior parte dei team è in crisi perché ha difficoltà finanziarie, i circuiti sono al collasso. Silverstone è a rischio, quest’anno sarà l’ultima edizione per Singapore e anche la Malesia sta per lasciare. Gli unici che hanno guadagnato sono stati i promotori della Cvc”.
“Come può reggersi questo sport in queste condizioni? L’errore è di tutti, anche della FIA e dei team che hanno voluto e votato la formula ibrida dei motor. Questa non serve a nessuno e ha fatto esplodere i costi. I guai sono iniziati quando si è disgregata la Fota. Se fosse sopravvissuta non avrebbe consentito questo cambiamento”.
Chase Carey in una recente dichiarazione, ha affermato che vorrebbe organizzare altri Gran Premi negli Stati Uniti, oltre a quello di Austin, portando quindi ad un totale di 5 gare. A tale riguardo, Briatore si mostra d’accordo, spiegando così il motivo: “Se non sta attenta, Liberty rischia grosso, considerato che quello americano è un mercato difficile. Un Gp a New York? Sino ad ora è stata una grande operazione finanziaria, ma di prodotto si è parlato ben poco”.
A questo punto il manager piemontese, spiega secondi lui di cosa la Formula 1 avrebbe bisogno per il futuro: “Il Circus ha bisogno di tornare a essere un campionato del mondo piloti e non degli ingegneri. Liberty deve tornare al più presto a congelare i motori, come alla fine dell’era degli aspirati quando c’erano 12 macchine in un secondo”.