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Le nuove vetture 2017, molto più veloci rispetto a quelle della passata stagione, avevano messo in guardia Pirelli e per questo il fornitore di pneumatici italiano aveva chiesto ai team, nel corso della passata stagione, di mostrare i dati derivanti dalla galleria del vento per studiare le nuove specifiche di pneumatici; gomme che a posteriori si sono rivelate troppo dure con pressioni spesso cambiate verso il basso nel corso del weekend.
Tutto questo sarebbe successo per via di dati “gonfiati” che alcuni team avrebbero riportato a Pirelli, secondo la testata tedesca Auto Motor und Sport, infatti, alcuni team, almeno due, avrebbero fornito di propria volontà dati di carico ben superiori rispetto a quanto realmente verificato, questo per avere un vantaggio sulla concorrenza disponendo di vetture che soffrono meno gli pneumatici più gonfiati che portano ad un maggior scivolamento. Non solo i dati di inizio stagione sarebbero stati ingrossati ma anche quelli derivanti dello sviluppo nel corso del campionato.
Questo ragionamento è supportato dai dati tra prove libere e qualifiche dove sono state variate le pressioni, ovvero nei Gran Premi di Australia, del Bahrain e l’ultimo in Spagna dove la Ferrari, tra il venerdì ed il sabato, è riuscita ad avvicinarsi al team di Stoccarda nonostante questi utilizzino una mappatura più aggressiva in qualifica.
Sottolineando che l’intenzionalità è tutta da verificare, alcuni team potrebbero aver tratto un cospicuo vantaggio non solo dalle pressioni maggiorate ma anche, di conseguenza, dai compound molto duri. Mercedes su tutti, team che già nelle scorse stagioni riusciva a far lavorare le gomme più dure meglio di chiunque altro, per via di un telaio che permetteva e probabilmente ancora permette di ridurre al minimo lo scivolamento e portare lo pneumatico velocemente in temperatura.
Lo stesso Mario Isola, responsabile del reparto corse Pirelli, ammette che i dati ricevuti siano stati spropositati anche se minimizza sull’impatto delle pressioni: “E’ vero che alcuni team ci hanno fornito valori di downforce che si sono dimostrati esagerati ma una tale politica avrebbe poco effetto in quanto possiamo cambiare le pressioni quando vogliamo, se ci sentiamo sicuri di farlo”.