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La crisi economica globale ha reso necessaria, in questi ultimi anni, una limitazione alle folli spese che alcune squadre costruttrici hanno potuto permettersi fino a questo momento, aumentando così il divario tra top team e centro griglia. L’introduzione di un budget cap sembrava dover divenire realtà già dal 2015 quando due anni prima era stato prima approvato e poi accantonato.
Ora, a quattro anni di distanza, nel meeting dello Strategy Group di martedì verrà nuovamente discussa l’introduzione di un tetto massimo alla spesa che, secondo quanto riporta il portale tedesco Auto Motor und Sport, potrebbe avvenire a scaglioni. Un tetto che partirebbe dai 150 milioni del 2019 per arrivare ai 100 milioni negli anni successivi.
Resta da capire se team facinorosi come Mercedes, Ferrari e Red Bull accetteranno tale proposta dopo aver osteggiato tutti i tentativi precedenti: per i top team nascerebbe in inoltre il “problema” di gestire un parco di oltre 500 dipendenti con un budget così risicato.
La proposta escluderebbe dal tetto massimo lo stipendio dei piloti, assegnando uno o due addetti ad ogni team per controllare le attività di ogni squadra, una sorta di agente fiscale. Per quest’ultima si tratterebbe di un’idea inedita che vedremo se verrà tramutata in realtà settimana prossima.
Nei giorni scorsi, a margine della riunione che prospetta nuove regole sui motori a partire dal 2021, è stato Paddy Lowe a lanciare il grido d’allarme sull’enorme divario tra top team e squadre di medio-basso livello: “Non credo che la discussione sui motori sia il più grande problema in questo momento – ha dichiarato il direttore tecnico del team Williams.”
“Il vero problema non riguarda le tre squadre top ma il resto della griglia dove al momento corre una netta disparità. Basta guardare la gara di Austin per vedere il divario tra le prime cinque vetture ed il resto del gruppo. Se sono state due corse diverse questo non è imputabile ai motori.”
“La convergenza di prestazioni lo crea la stabilità del regolamento, trovo strano che certe persone credano che per riassestare i valori occorrano dei cambiamenti di regole, in questo modo si ottiene l’effetto contrario.”