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Manca poco alla data del 31 ottobre, giornata in cui a Parigi Chase Carey, boss di Liberty Media, incontrerà la FIA e i team del Circus iridato per discutere del futuro della Formula 1. Un appuntamento importante, in cui si deciderà cosa è meglio portare avanti: permettere ai top team di giocarsi il Mondiale… oppure garantire un maggior spettacolo in pista a tutto vantaggio dell’interesse dei tifosi?
Secondo Carey, la soluzione è ovviamente la seconda. La Formula 1, secondo il boss americano, deve cambiare se vuole sopravvivere, per cui l’unico modo è soddisfare le esigenze del pubblico a scapito di quelle dei vari reparti corse, che così si troveranno a portare avanti delle sfide in pista molto più accese che in passato.
“L’obiettivo principale, per noi, è migliorare lo spettacolo in pista – ha affermato Carey – Per riuscirci dobbiamo aumentare la competizione: i motori ibridi attuali sono splendidi, ma costano troppo e hanno creato dei margini prestazionali troppo importanti tra i team. Quelli del futuro dovranno essere, di conseguenza, più semplici, economici, con un sound più attraente ma anche più potenti e veloci. La tecnologia sarà sempre al centro in questo caso, ma non dovrà essere decisiva”.
“A tal proposito, ogni top team vorrebbe vincere tutte le gare e aggiudicarsi il Mondiale – ha continuato il boss di Liberty Media – Bisogna, tuttavia, capire che è più conveniente avere una competizione più aperta, dove anche gli outsiders possono dire la loro. Se sarà così la Formula 1 verrà seguita di più dalle persone: il Circus dovrà essere organizzato in nome dei tifosi, non dei team. In questo modo ci guadagneremo tutti quanti”.
Se questa sarà la linea adottata dai nuovi proprietari del Circus, giocherà una parte fondamentale anche la presenza più massiccia di Tv e piattaforme multimediali per seguire la F1, così come la disponibilità di nuovi appuntamenti di più largo interesse. Sotto quest’ultimo aspetto, recentemente gli Stati Uniti hanno confermato la loro intenzione di ospitare un nuovo GP, che si terrà in una città fra New York, Miami e Las Vegas, da affiancare ovviamente al round di Austin.
In ogni caso, il 31 ottobre non è lontano: solo allora sapremo cosa bolle realmente in pentola…