«Fernando guida una macchina e l’unica cosa che lui vorrebbe sarebbe una macchina che gli dia la possibilità di vincere. Qualunque pilota che ha talento e che vede altri piloti con meno talento stargli davanti, automaticamente si sente frustrato – ha esordito il cuneese sempre molto attivo su Twitter – A Maranello devono dargli una macchina competitiva, tutto lì. Quello che posso dire sul suo futuro è che noi abbiamo un contratto e i contratti si rispettano, a meno che non arrivi qualcosa di straordinario ma al momento non vedo questa possibilità». Il più grande rammarico di Briatore è non avere una Ferrari competitiva che possa lottare per le posizioni che contano: «A mio parere la Ferrari avrebbe dovuto avere una cellula inglese, perché la tecnologia della Formula 1 è in Inghilterra. Questione di informazioni e sentimenti mentre a Maranello è molto più difficile creare un team o attrarre gli ingegneri inglesi. Questo segna la distanza con le altre scuderie e da quello che è il centro della Formula 1». Ha continuato: «Facciamo un esempio, magari la Lotus chiuderà perché non ha soldi ma in fatto a tecnologia e aerodinamica c’è tutta».
Impossibile non chiedergli di Domenicali, una persona che l’ex direttore della Renault conosce bene: «Stefano è stato un ferrarista vero, non metto in dubbio le sua capacità. Il fatto è che forse certe volte bisogna essere un po’ più cattivi. Ha fatto bene, ma forse doveva essere aiutato di più e forse avere un altro carattere perché certe volte Stefano è stato fin troppo bravo».
Il capitolo più dolente è stato quello a riguardo della Formula 1 e di come questa sia cambiata, rispetto agli anni in cui Briatore era attivamente impegnato nel Circus: «La Formula 1 è cambiata molto rispetto ai miei tempi. Può darsi che questa sia anche meglio, però a me non sembra e ne ho la conferma guardando il numero di televisioni che la seguono – ha sottolineato il manager – È una Formula 1 in cui se non si fa una rivoluzione tenderà a spegnersi, come una candela quando la cera si esaurisce. Bisogna ricordarsi che alla gente non importa niente se ci sia o meno la doppia frizione. La Formula 1 è 70% entertainment e 30% tecnologia. Una volta si diceva di andare il più forte possibile e se c’era da dare una sportellata, la si dava. I piloti sono stati trasformati in ragionieri, non c’è più l’adrenalina che c’era prima e lo si vede. A me fa ridere quando dicono al pilota via radio che ha consumato 30 grammi di benzina, non è eccitante, è diventata una roba così, che non è più quella che vedevamo noi», ha concluso.