«Del mio primo Gran Premio ricordo che non sapevo cosa toccare nel volante. Sono arrivato alla mia prima gara con il team Minardi dopo che non avevamo avuto alcun test pre-stagionale, perché la macchina non era pronta – ha ricordato il pilota asturiano – Ci hanno spiegato brevemente com’era il volante, i bottoni da premere. Mi ricordo la mia prima uscita dal garage, la percorrenza della pit-lane e la luce rossa in fondo. Alla fine tutte le auto erano in fila lì e, quando sono arrivato anch’io, ci fu un momento di panico, perché non sapevo quale fosse il pulsante della folle e avevo un secondo per trovarlo o sarei andato a sbattere contro qualcuno».
Il pilota spagnolo non ha nulla da ricriminarsi nella sua carriera fin qui disputata. Nemmeno il terzo mondiale, che scappa da troppe stagioni: «Non avevo mai pensato di diventare un pilota di Formula 1 e non avevo mai pensato di vincere un gran premio, quindi non ero certamente sicuro che avrei potuto vincere due campionati. Sono estremamente orgoglioso ed estremamente felice della mia carriera. Se me lo chiedete ora, mentre sono in mezzo a una gara, io ho fame di vittoria, sono affamato di successo e vi dirò che due campionati non sono sufficienti».