Credits: ABB Formula E Twitter
A confermarlo è stato il capo del dipartimento corse della BMW, Jeans Marquardt, che ai collegi di AutoBild ha dichiarato: “Al momento non abbiamo alcun programma di rientro in Formula 1”.
Infatti, il marchio tedesco sostiene che non abbia alcun senso correre nella categoria regina, poiché l’applicazione della tecnologia del Circus non rispecchia quella delle auto stradali.
“L’ibrido V6 turbo non ha nulla a che fare con la nostra produzione di auto stradali. Da un punto di vista ingegneristico, mi tolgo il cappello per quello che fanno in Formula 1, ma la tecnologia non ha la stessa rilevanza per la strada”, ha così sottolineato Marquardt.
La BMW ha fatto il suo ingresso nel Cirus come fornitore di motori nel 1952 al GP d’Inghilterra e a concluso il suo viaggio nel 2009 ad Abu Dhabi.
Nella categoria regina ha registrato ben 270 partenze, 86 podi e 20 vittorie, contribuendo anche alla vittoria del secondo titolo mondiale di Nelson Piquet.
Spezzato il filo che univa il marchio di Monaco alla categoria regina, la BMW ha cercato nuove sfide, appordando in Formula E.
“Quando abbiamo deciso di uscire dalla Formula 1 nel 2009, la società ha preso una scelta strategica a lungo termine – si legge in un comunicato BMW – abbiamo voluto dirottare un po’ delle risorse dedicate alla Formula 1 nella ricerca e nello sviluppo di propulsioni alternative”.
“Noi ci siamo affermati come il principale costruttore di automobili premium nel campo della mobilità elettrica e stiamo osservando gli sviluppi nel mondo del Motorsport, ma al momento non abbiamo alcun programma di rientro in Formula 1″, hanno così concluso.
L’arrivo di Liberty Media come proprietario della Formula 1 ha fatto ben sperare per l’approdo di nuovi costruttori nel Circus.
La FIA, infatti, spera di poter coinvolgere diverse case automobilistiche nel dibattito sul regolamento motori previsto per il 2021.
Una speranza, quella della FIA, che sembra essere mal riposta. Infatti molti team, tra cui BMW, Ford e Porsche non sembrano interessati ad unirsi alle trattative.
Il motivo principale che allontana i costruttori è l’elevato investimento che la Formula 1 richiede per la partecipazione ad un campionato. Basti pensare che team piuttosto grandi, come Mercedes o Ferrari, spendono circa 500 milioni di euro per una singola stagione. Cifre da capogiro, che solo pochi marchi al mondo possono permettersi.
Infatti, Dave Pericack, direttore di Ford Performance, ha dichiarato: “Non ci sono novità che ci facciano cambiare idea in tempi brevi, i costi sono troppo alti e i regolamenti non ci permettono un travaso di tecnologia rapido per quanto riguarda le vetture stradali”, escludendo anche un loro ritorno nella categoria regina.