Se una Nazione vuole la Formula 1, deve pagare moneta. Questo, più o meno, deve essere il pensiero di Bernie Ecclestone, una convinzione che, più il tempo scorre in avanti, e più lascia davvero poche possibilità all’Autodromo Nazionale di Monza che deve accordare col boss del Circus il rinnovo del contratto per legare l’impianto brianzolo alla Formula 1 anche per il futuro. L’ennesimo affondo, volendoci appropriare di un termine che generalmente viene utilizzato nella scherma, è stato assestato sempre da Bernie Ecclestone che, in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, ancora una volta, è tornato sull’intricata faccenda che vede Monza protagonista. Il messaggio lasciato dall’84enne è chiaro: stesse cifre, stesse clausole. Non c’è spazio per spiragli di ottimismo.
«Due anni fa avevo fatto un accordo con una delle persone che ora non sono più coinvolte nell’Autodromo. Prevedeva che per Monza venissero applicate le stesse condizioni economiche degli altri circuiti europei, ossia una cifra che si aggira sui 20 milioni di euro a GP. Tutto fatto, strette di mano ma di concreto non è successo nulla». Ma perché non si è andati avanti? La risposta è altrettanto semplice: al momento, venti milioni di euro per Monza sono troppi. «È quello che pagano gli altri organizzatori – ha sottolineato il numero uno della Formula 1 – C’è un contratto per la gara di quest’anno, ma non per le stagioni successive».
E la situazione è ancora complessa. Nonostante l’importanza che si possa dare alla tradizione, poco importa se si sta parlando di Monza, o di qualche altro tracciato storico: «Perché dovrei fare condizioni diverse da quanto è stato richiesto per Zeltweg o Spa? Ho chiesto le stesse cifre e stesse clausole. La Formula 1 si paga», e Monza è stata, nuovamente, avvisata!
Eleonora Ottonello
@lapisinha
