Credits: Scuderia Ferrari Press Area
Non è un segreto che la Formula 1 del nuovo decennio vivrà sulla rivalità tra Max Verstappen e Charles Leclerc. Entrambi classe ’97, hanno appena rinnovato l’accordo con le rispettive scuderie: ha aperto le danze il monegasco, che poco prima di Natale ha ufficializzato l’estensione del contratto con la Ferrari fino al 2024. E questo era nell’aria. Meno scontato, soprattutto considerando le sirene Mercedes, era invece prevedere che Max facesse la medesima mossa. Il 7 gennaio, anche il pilota nativo di Hasselt ha prolungato l’accordo con la Red Bull, che anche nel suo caso è ora a lungo termine: la partnership, infatti, si estenderà fino al 2023, senza clausole rescissorie (almeno così è trapelato).
Alle spalle di Leclerc, c’è una scuderia tutta ai suoi piedi, dato che la permanenza di Vettel oltre il 2020 è ancora da decifrare. Verstappen potrà invece contare, oltre che sulla Red Bull, anche sui progressi del motore Honda, che già a fine 2019 ha manifestato un ottimo stato di forma.
I confronti tra Verstappen e Leclerc si sprecano. La diversità del cammino seguito dai due nelle rispettive carriere è sotto gli occhi di tutti: il monegasco ha fatto l’ordinaria gavetta delle formule propedeutiche per arrivare alla categoria regina, mentre l’olandese, dopo i kart, ha trascorso solo un anno in Formula 3 prima del grande salto, da minorenne, al volante della Toro Rosso.
Secondo Gerhard Berger, le differenze tra i due investono ogni aspetto, dalla guida al temperamento: “Direi che sono agli opposti – ha affermato l’ex driver austriaco – Verstappen è imprevedibile e completamente immune da modi di fare ‘politici’. È aggressivo tanto in pista quanto davanti ai microfoni, dove dice sempre quello che pensa”. Atteggiamento, quest’ultimo, che per inciso è costato all’olandese la pole in Messico, date le sue dichiarazioni spavalde in cui ammetteva di non avere prestato attenzione alle bandiere gialle.
“Charles è diverso: è più ponderato e calcola tutto ciò che fa. Mi dà l’idea di essere più un uomo politico. A livello di abilità, ovviamente, le differenze spariscono, dato che hanno entrambi un grandissimo talento. Penso però che abbiano ancora molto da fare per detronizzare Hamilton. Ho sempre evitato di paragonare Lewis a Senna, ma ultimamente mi sono dovuto ricredere” ha concluso Berger.