Dalla vittoria di Hulme all’incidente di Bandini nel GP di Monaco 1967

Il 7 maggio 1967, dopo cinque mesi dalla vittoria di Pedro Rodríguez al Gran Premio del Sudafrica, la Formula 1 si spostò a Monaco. Nel frattempo le gare pre-campionato videro Dan Gurney vincere la Race of Champions con la sua Eagle, mentre e Mike Parkes si aggiudicò il BRDC International Trophy con la Ferrari.
I piani del produttore di ruote, John Pearce di entrare in Formula 1 con un telaio auto costruito, interamente in alluminio e un motore Martin V8, andarono in fumo nel vero significato della parola, tuttavia il team inglese tentò di partecipare al GP di Monaco con una Matra di Formula 2, guidata da Jean-Pierre Beltoise, che però non riuscì a qualificarsi.
Nel qualifiche del sabato fu Jack Brabham a conquistare la pole davanti alla Ferrari di Lorenzo Bandini. Seconda fila per John Surtees con la Honda, mentre Denny Hulme si piazzò al quarto posto.
Terza fila condivisa dalla Lotus di Jim Clarke e dalla BRM di Stewart . Invece la Eagle di Dan Gurney riuscì a fare meglio di Graham Hill con la seconda Lotus, ma motorizzata BRM. A chiudere la top ten, si piazzarono Jo Siffert con una Cooper Maserati, resa più competitiva con l’ingresso di Rob Walker, e Bruce McLaren che optò per utilizzare, anch’egli un motori BRM V8 dopo le disavventure, della passata stagione con Ford e Serenissima.
Al via della gara Bandini, passo subito in testa, mentre il motore Jack Brabham andò quasi subito in fumo creando lo scompiglio tra i piloti e riversando litri di olio sulla pista, mentre Siffert non riuscì ad evitare la vettura numero 8 dell’inglese danneggiando la propria auto e perdendo diverso tempo ai box per la riparazione.

Al secondo passaggio, Bandini, non si accorse della macchia d’olio e sbandando, finì per perdere la leadership retrocedendo di due posizioni, a vantaggio di Hulme e Jackie Stewart. L’italiano non si diede per vinto e cominciò una lunga cavalcata tentando di riavvicinarsi ai due piloti di testa.
Dopo 14 tornate. lo scozzese della BRM, dovette dare forfait, lasciando pista libera alla Ferrari del romagnolo che iniziò a guadagnare terreno. Al 61° giro il distacco da Hume scese sotto gli 8 secondi.

Al giro successivo Bandini trovò sulla sua strada due doppiati: Pedro Rodriguez e Graham Hill. Il primo fu semplice da superare, mentre il secondo, fece veramente da tappo, vanificando la rimonta del pilota italiano. Una volta passato Hill, il distacco da Hulme era ormai di 12 secondi, oltre a questo, la stanchezza cominciava a farsi sentire, tanto che all’80º giro il distacco dalla Brabham dell’australiano era ormai salito a 20 secondi.
Passarono altri due giri e qui si consumò una delle tragedie più gravi nella storia del Cavallino Rampante: Bandini arrivò alla chicane del porto ad una velocità troppo elevata, per quel punto del tracciato, tanto da far sbandare la Ferrari che colpì una bitta, facendo prendere il volo alla vettura, che cadde prendendo fuoco. Una scena raccapricciante resa ancora più drammatica, dalle fiamme alimentate dalle balle di fieno poste a bordo pista.
I soccorsi arrivarono, ma fecero fatica a spegnere l’incendio, pensando anche, che all’interno della monoposto non c’era il pilota e che fosse stato sbalzato in acqua. Solamente quando l’incendio fu domato e l’auto raddrizzata, tre minuti e mezzo dopo l’impatto, si scoprì la terribile realtà: Ascari era all’interno della vettura privo di sensi.
Hulme, ignaro di ciò che accadde, proseguì la gara vincendo il Gran Premio di Monaco, davanti a Hill e alla seconda Ferrari di Chris Amon, penalizzata da una foratura a soli otto giri dalla fine.
Nel frattempo Bandini fu trasportato all’ospedale di Monaco in condizioni critiche, con ustioni oltre il 60% del corpo e una seria ferita alla milza. Lorenzo Bandini si spense tre giorni dopo.
Ecco l’ordine di arrivo
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 9 | ![]() |
![]() |
02:34:34.300 | 100 |
4 |
9 |
2 | 14 | ![]() |
![]() |
+1 lap | 99 |
8 |
6 |
3 | 20 | ![]() |
![]() |
+2 laps | 98 |
14 |
4 |
4 | 16 | ![]() |
![]() |
+2 laps | 98 |
10 |
3 |
6 | 5 | ![]() |
![]() |
+4 laps | 96 |
12 |
1 |
RIT | 18 | ![]() |
![]() |
Fatal Accident* | 81 |
2 |
0 |
RIT | 6 | ![]() |
![]() |
Spun Off | 64 |
13 |
0 |
RIT | 12 | ![]() |
![]() |
Suspension | 42 |
5 |
0 |
RIT | 7 | ![]() |
![]() |
Engine | 32 |
3 |
0 |
RIT | 17 | ![]() |
![]() |
Oil Pressure | 31 |
9 |
0 |
RIT | 4 | ![]() |
![]() |
Differential | 14 |
6 |
0 |
RIT | 10 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 14 |
15 |
0 |
RIT | 23 | ![]() |
![]() |
Fuel Pump | 4 |
7 |
0 |
RIT | 2 | ![]() |
![]() |
Injection | 4 |
11 |
0 |
RIT | 8 | ![]() |
![]() |
Engine | 0 |
1 |
0 |
DNQ | 15 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 1 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |
|
DNQ | 22 | ![]() |
![]() |
No Time | 0 |
0 |