Belgio ’98, la storica doppietta della Jordan

Sulle alture belghe delle Ardenne il meteo non è mai stato clemente neanche a fine estate
Mai la Jordan era arrivata così in alto. E dire che le cronache se le era prese, nel bene e nel male: nel 1991 quando fece esordire un certo Michael Schumacher al Gp del Belgio, settimo in qualifica al posto dell’arrestato Gachot. Nel 1994, quando Barrichello volò a Imola alla variante bassa, rischiando la vita ma uscendone quasi incolume. Quella di cui andremo invece a parlare è la stagione 1998. Il circus si da appuntamento per la tredicesima prova del mondiale il 30 agosto proprio a Spa-Francochamps. Siamo sul mitico circuito della “S” in salita più famosa della storia “Eau rouge raidillon”, del rettilineo del “kemmel”, e della chicane “bus stop”, dove esiste veramente la fermata dell’autobus che collega le due cittadine di Stavelot e Francochamps tramite la statale N640 e che è parte integrante del circuito.
IL SABATO POMERIGGIO
Nelle qualifiche del sabato la Ferrari rincorre la McLaren Mercedes molto più performante, e come da pronostico Mika Hakkinen si prende la pole position mentre il compagno Davind Coulthard ottiene il secondo tempo mettendo cosi le monoposto con la livrea color argento a dominio della prima fila. Ottimo terzo tempo per Damon Hill sulla Jordan motorizzata Honda. Eddie Irvine e Micheal Schumacher si devono accontentare della quarta e quinta posizione. A completare le prime dieci posizioni ci sono nomi illustri come quello di Villeneuve, Fisichella, Ralf Schumacher, Frentzen e Alesi. Alle 14 locali del 30 agosto la gara prende il via sotto il diluvio, e i piloti capiscono fin da subito che sarà un Gran Premio colmo di insidie.
LA GARA
E le insidie sono già dietro la prima curva. Allo start, diverse monoposto fanno fatica a partire dalla griglia creando un po’ di confusione alla “Source”. Hakkinen è davanti a Villeneuve, Michael Schumacher e Alesi. Dietro Coulthard va in testa coda sbattendo prima sul muro per poi ritornare al centro della pista creando una carambola dove saranno tutti coinvolti. Dal mucchio selvaggio esce incolume Hill che sfiora Coulthard, e Frentzen. Tutto il resto della carovana si scontra lasciando sulla pista i rottami di quattordici vetture.
Coulthard, Irvine, Fisichella, Trulli, Barrichello, Panis, Diniz, Verstappen, Salo, Takagi, Rosset, Wurz e Herbert devono ricorrere al muletto mentre la gara è sospesa. Escono incolumi anche la Jordan di Ralf Schumacher e la Minardi di Tuero.

Alla ripartenza della gara non prendono parte quattro piloti, Barrichello infortunato, Salo, Rosset e Panis.
Luci rosse spente per il secondo start, e ottimo spunto di Hill che prende la testa. Le McLaren pattinano dando la possibilità ai ferraristi di liberarsi prima di Coulthard e poi di Hakkinen, che nel tentativo di portare all’esterno Schumacher va in testa coda e viene centrato da Herbert, provocando il ritiro di entrambi i piloti. Nelle scie d’acqua alzate dalle monoposto solo un pilota si trova a suo agio, ed è Schumacher sulla Ferrari numero 3.
Già alla fine del rettilineo del Kemmel il tedesco infila il compagno Irvine per lanciarsi all’inseguimento di Hill. In sette giri cancella lo svantaggio, e alla chicane “bus stop” Schumacher si porta in testa mettendosi dietro l’inglese della Jordan. Ormai il tedesco di Kerpen conduce una gara a parte,
segnando tempi che sono più veloci di due secondi rispetto al resto del gruppo.
Alla “Eau Rouge Raidillon” Schumacher sembra danzare sull’asfalto scivoloso ed esce a una velocità che nessun altro pilota riesce a raggiungere. Al nono giro in fondo al rettilineo del Kemmel, Irvine esce di pista danneggiando l’ala anteriore, fatto che lo costringe a rientrare ai box per sostituire l’appendice.

Al 24° giro avviene quello che nessuno si aspettava. Il leader della gara Schumacher sta doppiando la McLaren di Coulthard, in discesa dopo la “Rivage”, ma a causa di un’incomprensione tra i due piloti, Coulthard non si sposta rallentando vistosamente. Schumacher capisce troppo tardi le intenzioni dello scozzese e lo tampona in modo violento, causando la perdita della ruota anteriore della Ferrari e distruggendo il retrotreno della McLaren.
I due piloti si avviano al box e Il tedesco è furente: saltato fuori dell’abitacolo, raggiunge la postazione McLaren dando vita un principio di rissa con i meccanici inglesi e il pilota scozzese.

Dopo un paio di giri Coulthard riprenderà la gara con una nuova ala posteriore. Ma sotto il cielo plumbeo di Spa le sorprese non sono ancora finite e la più inaspettata arriva alla bandiera a scacchi: Damon Hill e Ralf Schumacher arrivano in parata consegnando la prima e unica doppietta della storia del team inglese a Eddie Jordan, lo storico proprietario dell’omonima squadra. A completare il podio c’è Jean Alesi sulla Sauber.
Frentzen quarto e Diniz quinto saranno gli unici piloti a non essere stati doppiati. Sesto posto e un punto mondiale per Jarno Trulli su Prost Peugeot. Strano e imprevedibile il destino di questo Gran Premio: sia Hill che il fratello di Schumacher escono illesi da quel crash che ha coinvolto la metà dei piloti nella prima partenza, per poi andare a vincere una delle gare più rocambolesche della storia. “Spettacolo avvincente e spaventoso” scrive Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Hill invece, fa le ore piccole: “Cambio i miei programmi: invece di tornare a casa faccio festa fino a tardi”. Quel maxi scontro in partenza presenta un conto pesante: i danni saranno quantificati in una decina di miliardi.
L’ORDINE D’ARRIVO
Pos | No | Pilota | Team | Tempo | Giri | Griglia | Punti |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 9 | ![]() |
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01:43:47.407 | 44 |
3 |
10 |
2 | 10 | ![]() |
![]() |
01:43:48.339 | 44 |
8 |
6 |
3 | 14 | ![]() |
![]() |
01:43:54.647 | 44 |
10 |
4 |
4 | 2 | ![]() |
![]() |
01:44:19.650 | 44 |
9 |
3 |
5 | 16 | ![]() |
![]() |
01:44:39.089 | 44 |
16 |
2 |
6 | 12 | ![]() |
![]() |
+2 laps | 42 |
13 |
1 |
7 | 7 | ![]() |
![]() |
+5 laps | 39 |
2 |
0 |
8 | 22 | ![]() |
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+5 laps | 39 |
21 |
0 |
RIT | 5 | ![]() |
![]() |
Collision | 26 |
7 |
0 |
RIT | 3 | ![]() |
![]() |
Collision | 25 |
4 |
0 |
RIT | 4 | ![]() |
![]() |
Spun off | 25 |
5 |
0 |
RIT | 23 | ![]() |
![]() |
Gearbox | 17 |
22 |
0 |
RIT | 1 | ![]() |
![]() |
Spun off | 16 |
6 |
0 |
RIT | 21 | ![]() |
![]() |
Spun off | 10 |
19 |
0 |
RIT | 19 | ![]() |
![]() |
Engine | 8 |
17 |
0 |
RIT | 8 | ![]() |
![]() |
Collision | 0 |
1 |
0 |
RIT | 6 | ![]() |
![]() |
Collision | 0 |
11 |
0 |
RIT | 15 | ![]() |
![]() |
Collision | 0 |
12 |
0 |
DNS | 18 | ![]() |
![]() |
Collision* | 0 |
15 |
0 |
DNS | 11 | ![]() |
![]() |
Collision* | 0 |
14 |
0 |
DNS | 17 | ![]() |
![]() |
Collision* | 0 |
18 |
0 |
DNS | 20 | ![]() |
![]() |
Collision* | 0 |
20 |
0 |
[Andrea Lucchetti]