Credits: Alfa Romeo Racing ORLEN - Sauber Group, Press Area
Il punto di partenza e quello d’arrivo: questa è stata la Sauber (oggi Alfa Romeo) per Kimi Raikkonen. Il finlandese fece il suo ingresso nel Circus proprio tra le fila del team di Peter Sauber, poi la sua carriera ha abbracciato McLaren, Ferrari, Lotus e ancora Ferrari. E infine, di nuovo la Sauber, ora rebrandizzata Alfa Romeo, ma con la sede del team che è rimasta nella svizzera Hinwil. Il ritorno al luogo d’origine, per Raikkonen, si è consumato nella tarda estate del 2018, quando la Ferrari ufficializzò l’ingaggio di Charles Leclerc dirottando il finlandese nel suo junior team assieme ad Antonio Giovinazzi. Ma già l’anno prima la squadra elvetica aveva tentato un approccio all’iridato 2007, come ha raccontato il team manager Beat Zehnder alle colonne di Motorsport.com.
“Lavoravamo da tempo all’ingaggio di Kimi – ha spiegato Zehnder – A Silverstone, nel 2017, lui fu terzo e al ritorno mi diede un passaggio sul suo aereo privato. Fu lì che cominciammo a parlare del suo futuro. Gli dissi che se un giorno non avesse più voluto guidare per la Ferrari, o la Ferrari stessa lo avesse lasciato a piedi, avrebbe potuto contattarmi per pianificare un futuro in Sauber”. L’occasione, malauguratamente per Raikkonen, giunse a Monza 2018, poco più di un anno dopo. Alla vigilia del weekend – nel quale poi il finlandese siglò la pole e terminò la corsa al secondo posto – il Cavallino gli comunicò il licenziamento.
“I nostri contatti furono subito avviati, non appena seppi che Kimi era stato appiedato dalla Ferrari – ha continuato Zehnder – Pianificammo un meeting il giovedì dopo la gara: c’era Kimi, il boss Vasseur e io. Ci vollero appena due ore per definire il contratto. Anzi, più che contratto lo chiamerei accordo, dato che Kimi i contratti non li legge mai”.
Zehnder ha anche lodato la maturità del pilota finlandese, dopo ben 19 anni di corse: “Rispetto al 2001 Kimi è un’altra persona, chiaramente. È molto più maturo, conosce le reazioni della vettura e sa trasmetterle minuziosamente agli ingegneri. Partecipa spesso alle riunioni e tante volte interviene con il suo punto di vista. Davvero, con la sua precisione rende il nostro lavoro molto produttivo”.