Adrian Sutil, miracolato dal destino? Forse lo avrà pensato. Sarebbe bastato che un piloti, prima del tedesco, uscisse di pista in quella stessa curva, e magari l’incidente del pilota della Sauber avrebbe potuto avere ben altre conseguenze. Adrian Sutil, classe 1983, in poche occasioni da quando corre in Formula 1 ha visto il suo nome sulle prime pagine del giornali. Complice la sua uscita di scena dal Gran Premio del Giappone al 42esimo giro, alla curva 7, per aquaplaning, oltre al pubblico in quella zona del circuito, è l’unica persona che può spiegare veramente la dinamica del drammatico incidente che ha visto la monoposto di Jules Bianchi finire contro la gru di rimozione che stava spostando la C33 incidentata di Sutil dalla via di fuga. Se la sta passando male il francese visto che ha riportato un grave trauma cranico ed è stato trasportato al Mie University Hospital, dove nella notte è stato nuovamente sottoposto a un intervento.
Ricostruire l’accaduto rimane difficile visto che non sono state diffuse immagini televisive sull’incidente che ha visto protagonista il pilota della Marussia. Il pilota tedesco, oltre ai commissari che stavano spostando la sua Sauber dalla via di fuga, è uno dei pochi presenti sul luogo del drammatico incidente. Anche se Sutil non ha voluto raccontare la dinamica dell’impatto del collega, semplicemente, parlando del proprio incidente, ha permesso di capire come al francese possa essere successa la stessa cosa: «La visibilità stava diminuendo sempre di più, pioveva molto e iniziava a calare il buio e girare si stava facendo difficile. Alla fine, non si vedevano più i lembi di asfalto bagnao e questo è il motivo per cui sono stato preso in contropiede ed ho perso la macchina. L’incidente di Bianchi? Non mi sembra il caso di rilasciare dichiarazioni a questo riguardo ma quello che è successo a Jules è molto simile a quello che è successo a me. Ha avuto aquaplaning, è successo il giro dopo», ha concluso.