© Williams Press Area
Durante i test di Barcellona qualche malizioso l’aveva soprannominato DisaStroll. A fronte dei numerosi errori (peraltro prevedibili e giustificabili, per un debuttante di 18 anni), Lance Stroll non aveva convinto da subito gli addetti ai lavori, spietati nello stritolare il pilota canadese, che collezionava testacoda e incidenti alla sua prima presa di contatto con la Williams FW40.
Anche in Australia, la scorsa settimana, Stroll ha continuato il processo di apprendimento tra errori e incidenti, primo su tutti quello delle FP3, quando è finito addosso al muro. Eppure non si può dire che al canadese mancassero i numeri prima dell’approdo in Formula 1: Stroll ha infatti fatto suo il campionato di Formula 3 2016, oltre al campionato italiano di Formula 4 nel 2014.
“C’è tanta invidia in questo mondo – ha detto Stroll contro i suoi detrattori – Chi non è arrivato in Formula 1 deve trovare una giustificazione, così si finisce col muovere critiche senza senso”.
“Chiedete a piloti come Hamilton, Vettel e Ocon cosa significhi vincere le formule propedeutiche. La gente non ha neanche idea di quanto è difficile vincere la Formula 4, la Formula Renault o la Formula 3. Sono campionati molto competitivi e lo sforzo richiesto per prevalere è enorme. Prendere i punti per la superlicenza non è un gioco da ragazzi, bisogna sudarseli vincendo le formule propedeutiche” ha continuato il pilota Williams.
“Per fortuna nel paddock c’è rispetto tra piloti. Ognuno di noi sa quanto è dura arrivare in Formula 1“ ha poi concluso Stroll.
Il canadese sta vivendo una fase complicata: in Australia è partito dall’ultima piazza per avere sostituito la scatola del cambio (conseguenza dell’incidente al sabato mattina), mentre in gara si è ritirato mentre navigava in tredicesima posizione. Non un debutto da urlo, ma è decisamente presto per condannarlo.